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-Fano: la Cucuzza alle Crociate

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Tutti noi sappiamo che in Italia la legge 194 dovrebbe assicurare alle donne assistenza e dignità nella gravidanza, e tutelare anche quelle donne che per motivi di salute, anche psicologica, dovessero decidere di rinunciare alla gravidanza entro le prime settimane dal concepimento.
Questa legge, seppur non sufficiente, ha posto fine all’ estesa piaga degli aborti clandestini, che causava molte morti, ed ha ridotto il ricorso all’aborto, che ora è solo uno strumento limite, poiché, grazie alla cultura laica diffusa nel nostro Paese, i contraccettivi hanno permesso una sessualità più consapevole, libera, serena.
Non è un caso che molte associazioni laiche italiane stiano promuovendo anche tra le donne immigrate una sessualità più consapevole, per garantire una pianificazione familiare a partire dall’autonomia della donna.
Ebbene, proprio nel giorno in cui anche in Irlanda, paese ultra-cattolico dove ancora non c’è, unico in Europa assieme a Malta, si presenta una legge che garantisce l’aborto con assistenza sanitaria pubblica, proprio il 19 dicembre  la Cucuzza che fa? In qualità di assessora alle pari opportunità, e cioè nel suo ruolo istituzionale, presiede un incontro per presentare una raccolta di firme di contrasto al diritto pubblico sul tema dell’aborto!
Non solo, esterna dichiarazioni pseudoscientifiche per dimostrare che “il concepito”, la cellula fecondata, deve essere considerato a tutti gli effetti una persona umana, cioè indipendente, ripresentando quindi il luogo comune della “donna contenitore” tanto cara a chi vuole togliere alle donne l’autonomia sulla propria salute e sul proprio corpo. Sostiene affermazioni confuse circa le prime ecografie, sul battito cardiaco, cosa significano?

Non vogliamo ricordare qui i tanti casi tragici accaduti anche di recente: proprio in Irlanda ha di recente sconvolto l’opinione pubblica il caso della donna di origini indiane lasciata morire di setticemia dai medici che si sono rifiutati di farla abortire, lamentando il fatto che il battito cardiaco fetale forse c’era ancora (il feto era morto).
Vogliamo solo far notare all’assessora che, ancora una volta, ha abdicato al suo ruolo istituzionale di rappresentante di tutti/e noi per correre alla corte di persone che vogliono farci tornare al medioevo, che osteggiano la contraccezione e l’aborto con soli fini ideologici, con una campagna che vuole demonizzare la legge 194, e un appello infondato alla Corte Europea dei diritti umani.  Paludati di una “umanità” virtuale e sotto gesti umanitari, come quello di sostenere le donne che non vogliono abortire, gesti certo condivisibili ma che non possiamo accettare come copertura dell’ennesima crociata contro la libertà femminile e contro una legge che tutte, cattoliche e non, abbiamo preteso, la legge 194 “Norme per la tutela sociale della maternita’ e sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
Diciamo all’assessora : basta.

Chiediamo cosa fa il Comune di Fano per sostenere il consultorio familiare pubblico, luogo di salute in pericolo  a causa dei tagli alla sanità , e che deve informare correttamente sui vari tipi di contraccezione e sul ricorso all’aborto, e  attivare i servizi sociali pubblici? Cosa dice il Comune in merito all’assenza in ospedale di medici che garantiscano se necessario l’aborto, cosa che costringe le donne anche povere a migrare in altri presidi sanitari come esuli?

Già avevamo contestato i suoi silenzi e le sue omissioni in altre occasioni, come nel momento dello stupro di gruppo del 2011, ora le suggeriamo: per fare le Crociate lasci l’assessorato.

Femminismi, donne di Fano, Pesaro, Urbino

20 dicembre 2012.

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