femminismi.it

un osservatorio sulla libertà femminile

– Difendiamo il consultorio pubblico


 IL FATTO: il Comune di Fano ha approvato la mozione della lista di ispirazione cattolica “Bene comune” che chiede l’ingresso nel Consultorio pubblico di personale di associazioni private. La mozione è stata proposta dal presidente di una associazione di ispirazione cattolica vicina al Movimento per la vita. Nel testo c’è l’ipotesi che le “carenze d’organico” del Consultorio pubblico vengano “tappate” attraverso fondi pubblici che ammettono la possibilità dell’appalto a privati.

 IL PERICOLO: che nel Consultorio Familiare della ZT3 di Fano facciano ingresso persone genericamente formate senza professionalità specifica, il cui unico obiettivo è quello di deviare l’utenza verso le loro strutture private, nelle quali spesso si disinforma sulla contraccezione, presentando il metodo Billings (uno dei meno validi) come l’unico, si tenta di impedire alle donne il percorso (garantito all’interno della legge 194) verso l’aborto in caso di problemi di salute o psicologici, si fa totale ostruzionismo verso l’uso della pillola contraccettiva detta “pillola del giorno dopo” ecc. .

Il pericolo è che fondi pubblici destinabili al miglioramento del SERVIZIO PUBBLICO vengano deviati per sostenere l’attività di personale che opera in strutture private nelle quali non si garantisce la libertà di scelta e di salute delle donne (dove si considera “persona” anche l’ovulo fecondato e si antepone l’idea di “vita a tutti i costi” contro la volontà e la salute mentale delle donne con l’obiettivo di intromettersi nel privato delle persone).

 PER LA LAICITA’ DEL SERVIZIO PUBBLICO: purtroppo in altre città il servizio del consultorio sta cedendo sotto i colpi della privatizzazione che attua una spartizione dei settori e mette spesso in pericolo la laicità, la dignità delle persone a ricevere un servizio a misura dei propri bisogni e garantito dalla COSTITUZIONE.

Il servizio pubblico è laico per definizione, in quanto comprende persone di varia età, sesso, ceto sociale, origine culturale, che lavorano tutte nel rispetto delle leggi e dei codici deontologici comuni e si equilibrano a vicenda. Mentre informazioni para-scientifiche, come quelle utilizzate da organizzazioni di ispirazione religiosa, possono gravemente nuocere nelle delicate scelte riguardanti la famiglia, la sessualità, la gravidanza, i problemi adolescenziali.

 COSA CHIEDIAMO: che siano gli utenti stessi, e non i politici ed i militanti religiosi, a far presente alla Z.T.3 dell’ASUR cosa non va nel Consultorio pubblico (disservizi, mancanze) e cosa vorrebbero. Chiediamo le risorse necessarie a garantire un servizio efficiente che risponda in modo appropriato ai bisogni delle persone. La salute non è un bene in svendita ed è il primo BENE COMUNE.

Che il sindaco di Fano e la ZT3 dell’Asur aprano un tavolo di consultazione. Che il servizio rimanga TOTALMENTE PUBBLICO e che le associazioni di volontariato, così come succede adesso, vengano chiamate in causa da esterne e solo se la persona lo desidera.

 Che venga rafforzato il servizio tenendo conto delle problematiche più delicate: percorso informativo sulla contraccezione anche post parto, più integrazione tra i servizi, più aiuto alle mamme in difficoltà, servizio di aiuto all’orientamento sessuale e anti-omofobia, campagne informative pro-contraccezione per gli adolescenti, sostegno ai/alle migranti attraverso la mediazione culturale, aggiornamento degli operatori/operatrici e miglior qualità tecnica delle strutture.

 Fano, 5 agosto 2010,

le donne di Femminismi, Fano-Pesaro-Urbino

Lascia un commento