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– “Amore criminale” …o criminale e basta?

Era stata lanciata una petizione su Change.org nel 2015: “Sono Raffaella Mauceri, giornalista-editrice nonché fondatrice e presidente di numerosi centri antiviolenza sparsi per tutta la regione Sicilia. Mi faccio portavoce delle mie centinaia di volontarie sul fronte della difesa-protezione-salvezza delle donne vittime di violenza di genere e a rischio di femminicidio. La pericolosità delle trasmissioni televisive dedicate alla violenza sulle donne è determinata dalla incompetenza degli ideatori e dei conduttori. “Amore criminale” ne è un esempio clamoroso perché contiene già nel titolo tale pericolosa incompetenza inquantoché parte da un assunto arbitrario, contraddittorio e assolutorio: che l’amore possa essere criminale. (…)”.
Ma anche Donne in quota e Rete per la Parità scrivevano in merito alla trasmissione dal titolo orribile nel 2018, la loro lettera era indirizzata alla presidente Rai, Monica Maggioni. “Gentile Presidente, chiediamo che la Rai sospenda immediatamente Amore criminale, anche come segno di partecipazione alla vasta reazione suscitata dall’ultimo femminicidio e figlicidio avvenuto a Cisterna di Latina. Ci stupisce che ancora vada in onda una trasmissione da molto tempo oggetto di critiche sin dal titolo, nonostante le molte richieste di chiusura avanzate. Tra le più recenti quella della Senatrice Francesca Puglisi, Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sul Femminicidio del Senato, che si aggiunge ad altre analoghe, come quelle dei Centri Antiviolenza e del Consiglio Nazionale degli Utenti, insediato presso l’AGCOM. Le regole ci sono, andrebbero solo rispettate. (…)”.
Sulla stampa si erano susseguite le critiche e le richieste di chiusura, alle quali la Rai è sempre stata sorda: ” Domenica 14 gennaio (2018) è iniziata l’11esima edizione della trasmissione di Rai3 Amore criminale ( 1.395.000 telespettatori con uno share del 6 per cento). Diverse le novità: il cambio di conduttrice (Asia Argento ha lasciato il testimone a Veronica Pivetti), il sottotitolo del programma Storie di femminicidio, e uno spazio prima del programma condotto dall’autrice Matilde D’Errico in cui si affronta un tema (violenza psicologica, organi del femminicidio, stalking etc).
Eppure continuano le polemiche attorno alla trasmissione. Prima fra tutte la richiesta di chiusura del programma da parte di Francesca Puglisi, senatrice Pd e presidente della Commissione contro il femminicidio che è tornata a parlarne dalla sua pagina Facebook: “La Rai deve chiudere una trasmissione dannosa come Amore Criminale.
Una richiesta che avevo già segnalato alla presidente del servizio pubblico, Monica Maggioni. Romanzare crimini efferati come quelli che subiscono le donne contribuisce a rafforzare insani propositi emulativi.
È una richiesta che viene anche dai Centri antiviolenza che verificano le conseguenze di tali trasmissioni ad effetto. In audizione, il generale Tullio Del Sette, all’epoca Comandante generale dei Carabinieri, aveva ribadito quanto pesi in questo genere di reati l’emulazione”.
” Le romanzesche ricostruzioni, che tanto piacciono al pubblico dei voyer di crimini e cronaca nera, in questo caso rischiano di sortire effetti del tutto contrari alla presentazione della “mission” del programma, che dovrebbe essere quella di aiutare le donne a non subire violenza: interessante a questo proposito l’analisi di alcune puntate fatta dalla dott. Piera Serra, in un lungo articolo intitolato “Primi esiti di uno studio relativo ad alcuni possibili effetti sul pubblico di Amore Criminale, RAI 3”.

Dopo la più grande manifestazione tenutasi a Roma da anni, il 25 novembre, mentre i fondi per i centri antiviolenza continuano a essere promessi ma non sganciati…non possiamo pretendere che queste tramissioni cambiassero titolo e stile? le 500mila persone di Roma potrebbero ottenere così un primo piccolo risultato: fare uscire dallo spazio della retorica il discorso sul femminicidio.
Perché nel nostro Paese, mentre i media raccontano stile Grande Fratello il pentimento progressivo degli assassini (e il loro ricorso all’infermità mentale per stare in galera quel poco che serve)…non siamo ancora capaci di ricordare a una donna picchiata e minacciata dal marito di cambiare la serratura di casa.


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Questa voce è stata pubblicata il novembre 30, 2023 da in comunicazione, femminicidio, patriarcato, tv e media con tag , , , , .