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un osservatorio sulla libertà femminile

– La maternità non è la gravidanza, però …

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In questi giorni infuria un dibattito, che si vorrebbe pubblico ma al solito in Italia diventa chiassosa rissa tra poli opposti … Un dibattito che chissà perché parte per riportare indietro il terreno di battaglia proprio nel momento in cui il PD ha tutto l’interesse a non tradire la fiducia dei suoi alleati, poiché il tema riguarda non solo le donne non fertili o che non vogliono la gravidanza ma anche i maschi omosessuali.
Leggiamo una serie di posizioni prese sui giornali con quella visione miope da super uomini o super donne che hanno quelli che sanno come finire in prima pagina.
Il tema  è allo stesso tempo futile (perché non riguarda una questione di legge) ma eticamente rilevante e ovviamente si gioca tutto sul corpo delle donne…
Anche qui con un’ovvietà – il punto di vista è maschile (anche quando lo assumono le donne) e assolutamente centrato sul nostro ombelico di ricchi, europei o nord americani. La questione è dunque anche una questione di Classe.
La maternità surrogata è qualcosa che esiste da sempre perché le donne che sono ancora le sole capaci di fare nuovi esseri umani sono state surrogate da sempre e da svariati poteri patriarcali, non ultimo lo Stato fascista a cui dobbiamo ancora tanto del nostro più nero e oscuro immaginario condiviso.
La donna è madre e come tale ognuno può dire e fare di lei ogni cosa … Tra le argomentazioni delle ‘Se non ora quando libere’ ( da Renzi?) c’è il richiamo alla non disponibilità del corpo delle donne come contenitore passivo per fini di commercio.
Di certo gli esseri umani sono fini in sé e non mezzi, ma questo dovrebbe accadere in ogni ambito dei diritti umani, prima di tutto promuovendo una capacità che si traduce in un funzionamento per cui una donna può scegliere, nel senso che può economicamente essere ricompensata equamente da diversi lavori decisi da lei in una situazione di armonia, invece di dover lavorare per mangiare con paghe da non sopravvivenza ed essere vessate da mille altre leggi o norme patriarcali.
Quante donne economicamente e pienamente emancipate farebbero le madri a tempo pieno o farebbero figli tanto più a pagamento? Azzardiamo una ipotesi, pochissime.
Però magari ci sono in giro molte donne che per dare da mangiare ad altri figli o per cercare di costruirsi un’ indipendenza dalla gogna patriarcale decidono di fare le portatrici di un figlio perché quello il mercato chiede, e loro solo quello possono offrire ad un mercato spietato e infame contro gli esseri umani.
Ora, prima risolviamo quel problema e poi facciamo parlare loro.
Oppure come le vecchie donne emancipazioniste ma serie borghesi, realizzate progetti con i vostri soldi per aiutare le donne a non mercificare il loro utero, poi ne riparliamo…
Infine una parola sull’impedire l’utero in affitto come atto di libertà… Dal punto di vista del diritto e del diritto internazionale sarebbe considerare il corpo della donna di proprietà non sua perché uno Stato, in obbedienza di un’altra norma dovrebbe mettere la tutela sulle gravidanze e indagare sulla eventuale surrogazione economica! Capite che è una follia, un mostro giuridico totalmente illiberale? Noi il “curator ventris” non lo vogliamo e se non sapete cosa è, care “portavoci” di noi donne, andatevi a studiare la storia del diritto prima di sparare la prima cosa che vi passa per la testa sui giornali.

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